... e gli uccelli si levarono in volo
Il romanticismo
è uno stato dell’anima
una lente speciale
che mostra
un mondo diverso.
O forse
il mondo come davvero è.
Antonio d’Abbieri Orlando
La banca è
in Via Flaminia a poca distanza da Piazza del Popolo, subito fuori dalle
Mura Aureliane, cioè lì dove un tempo finiva Roma e cominciava la
campagna, i prati appunto, da cui prende il nome l’attuale quartiere
“Prati”. I pastori di un tempo avevano le proprie baracche e i recinti
per gli armenti proprio dove c’è ora la monumentale piazza così ricca di
tesori architettonici.
Uscendo da
Porta del Popolo gli armenti si sparpagliavano sui verdi prati e
brucavano l’erba proprio lì dove ora c’è l’asfalto, il cemento, i
palazzi e le banche. È cambiato tutto nell’arco di quattro secoli: la
piazza fangosa oggi è un gioiello, le sterpaglie fuori porta hanno
lasciato il posto a un quartiere tra i più belli di Roma.
A questo pensavo mentre attraversavo la pesante porta a bussola della
mia banca e la paragonavo alla maestosa Porta del Popolo.
Mi sentivo come uno di quei pastori d’un tempo che lasciavano il bello
di Roma e s’inoltravano nella campagna romana tra i prati e le
sterpaglie.
Entrare in banca era sempre un’esperienza triste. Al posto delle
sterpaglie c’era un corridoio ingrigito dal tempo e ingombro di
scatoloni e mobilio in disuso; più avanti c’era un grande stanzone che
fungeva da ufficio. Non lo avevano nemmeno diviso a “open space” così da
consentire un minimo di riservatezza, così le impiegate e i clienti
stavano tutti insieme e condividevano le problematiche e le richieste.
Lo stanzone conteneva quattro scrivanie, ciascuna con due sedie davanti
per far accomodare i clienti. Le sedie erano più malandate di quelle che
avevo nel mio Studio e che avevo buttato già da anni così mi domandai se
le disponibilità economiche della banca fossero inferiori alle mie.
Il disordine regnava ovunque, alcuni pacchi giacevano in terra e da uno di questi affiorava un mazzo di moduli prestampati. Le pratiche erano ammucchiate in disordine sulle scrivanie e sui vecchi tavoli sparsi nello stanzone, i quali sembravano destinati proprio ad ammucchiare pratiche e polvere. Quattro impiegate stavano sedute dietro le scrivanie, erano tutte intorno ai sessant’anni di età e apparivano ormai spente e ingrigite.
Fine del brano di valutazione