L'Impresa di Premuda
«Paria
un liuni, signuri, un liuni che s’abbintava supra di nui».
Donato Letterio, classe 1895, non poteva esprimere più efficacemente, in
una intervista, lo sgomento dell’equipaggio per la minacciosa prossimità
del cacciatorpediniere austriaco lanciatosi all’inseguimento del MAS 15
dopo il fortunato siluramento della corazzata Santo Stefano, la mattina
del 10 giugno 1918, nelle acque di Premuda.
Quelli furono i minuti terribili di tutta l’azione che era iniziata ai
primi chiarori di quel giorno con l’avvistamento da parte del MAS 15 di
una striscia di fumo verso nord che poteva appartenere a qualche unità
nemica in perlustrazione in quelle acque.
(Donato sosteneva di essere stato lui a segnalare al Capitano di
Corvetta Luigi Rizzo, che comandava i due MAS 15 e 21 in servizio di
sorveglianza nei pressi dell’isola dalmata).
Poi, a mano a mano che i due MAS si avvicinavano a lento moto fu
evidente che si era in presenza di una potente divisione navale composta
di due corazzate e molto naviglio di scorta.
Fidando sull’effetto sorpresa e sulla possibile distrazione delle
vedette nemiche, data l’ora mattutina, Rizzo decise per l’attacco.
Essendo riuscito a penetrare il cordone della scorta senza essere visto,
Rizzo si portò a poche centinaia di metri dalla Santo Stefano e spiccò
due siluri.
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