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L'ultimo cappuccino del Giudice

l'ultimo cappuccino

Sembra tutto normale in quel palazzo d’epoca, eppure i suoi abitanti stanno morendo misteriosamente.

È colpa delle loro coscienze sporche o di una maledizione? Oppure c’è un astuto assassino che si aggira in quel palazzo maledetto?

 

 

 

 

 

L’acqua scorreva abbondante sulla lama affilata del rasoio.

Osvaldo era un maniaco della pulizia e aveva gran cura specialmente dei suoi strumenti da barba. Era un tipo all’antica e trovava insopportabili i moderni rasoi elettrici che si passano sulla pelle senza nemmeno guardare, con gesti talmente distratti e frettolosi da togliere a quell’appuntamento mattutino tutto il fascino antico della rasatura.

Ci voleva mano ferma e attenzione meticolosa per compiere quel rito. La mente non doveva essere assonnata ma lucidissima perché ogni distrazione, anche piccola, si pagava col sangue.

 

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Il giudice Martelli capì che, escludendo sé stesso, ovviamente, la persona a cui puntava l’uomo col giornale non poteva che essere l’ultima condomina rimasta: quella vecchia bisbetica e impicciona della signora Rainer. Era lei che aveva sempre dato fastidio e ora toglieva serenità al palazzo. Lo aveva sempre fatto con i suoi allarmi e i suoi taglienti giudizi.

«Come poteva esistere una persona del genere?», disse il giudice come fosse in tribunale impegnato in un’infocata arringa, e s’infervorò a tal punto da celebrare un immaginario processo con tanto di condanna, una condanna a morte, naturalmente, da eseguirsi immediatamente per mano del boia.

 

 

Fine del brano di valutazione

Formato: 10 x 14

Pagine: 122

Codice acquisto: 042

 

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