La Forza Gentile della Ragione
Una donna insoddisfatta cerca di elevare la
propria femminilità per
liberarsi dalla supremazia maschile.
È un proposito interessante, ma sarà la via
giusta?
Anche se non aveva mai
indossato la loro divisa, Giacomo sentiva un istintivo trasporto
affettivo verso quegli uomini. Forse qualche suo avo era stato Alpino ma
questo non risultava ed era motivo di cruccio perché Giacomo avrebbe
sfilato volentieri portando con orgoglio il suo cappello. Se lo
immaginava parecchio “ciancicato” perché reduce di tante battaglie e
testimone delle sue fatiche e imprese.
Sì, le sue imprese, perché
lui sarebbe andato dove c’era più bisogno e anche dove maggiore era il
pericolo. Ne era sicuro perché si sentiva Alpino più degli Alpini
stessi.
Sognava di avere un mulo
come compagno, un bel mulo grosso con un bel capoccione e le grandi
froge del naso. Sentiva che sarebbero stati amici, nel vento e nella
neve, nelle valli e sui monti; sempre insieme, a faticare, a mangiare a
dormire. E lui gli avrebbe voluto bene.
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«Arturo mi ha caricato in macchina e siamo
andati al supermercato. Abbiamo comprato tanto cibo in scatola: carne,
tonno, fagioli, fette biscottate e marmellata. Abbiamo pensato anche al
latte per i neonati e ai pannoloni per gli anziani. Abbiamo preso
persino la cioccolata per i bambini e una torcia elettrica per far luce
nei rifugi».
«Bravi, e poi?».
«Siamo andati sulla via Boccea all’incrocio con
via di Torrevecchia, dove c’è una strana chiesa che non abbiamo mai
capito cosa fosse. È la chiesa degli Ucraini, si chiama Santa Sofia e
dentro è tutta d’oro.
C’era tanta gente che abbiamo dovuto fare la
fila per portare i nostri aiuti, c’erano persino i Vigili Urbani a
gestire il traffico perché fuori si formavano ingorghi incredibili; e
non era per andare allo stadio, era per portare viveri! Ti rendi conto
mamma? Una cosa mai vista!
Noi abbiamo scaricato le nostre scatole poi ci
siamo proposti di dare una mano. Papà è stato adibito a indirizzare le
auto in entrata, io ho cominciato a dividere gli aiuti formando pacchi
omogenei contenenti un po’ di tutto; sopra ci scrivevo il contenuto e li
passavo a chi caricava i TIR. Abbiamo lavorato tutta la notte e ora
eccoci qui».
«Siete stati davvero bravi»,
disse Maria quasi commossa, «siete uomini in gamba, altruisti e
generosi, siete i miei piccoli eroi, anzi, i nostri eroi, vero Natasha?».
«Sì»,
rispose Natasha, e quella fu la sua prima parola in Italiano.
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