La Via Del Sublime
Come nasce questa storia
Concorso: “Il cantiere delle storie” di Federico Moccia
Federico Moccia ha indetto un concorso assai originale
per coinvolgere i lettori nella scrittura del suo nuovo libro. È stato
molto sintetico nel suo annuncio iniziale, in sostanza le migliori otto
storie sarebbero state inserite nel suo libro e i loro autori avrebbero
avuto il nome pubblicato sulla copertina accanto al suo.
Non ha fornito che pochi elementi per sviluppare queste storie. Successivamente Federico Moccia ha aggiunto altri elementi, come i nomi della coppia e perché il ragazzo aveva deciso di ritrovare la ragazza.
Poi ha pubblicato il regolamento ed è stato allora che la mia storia si
è trovata in seria difficoltà, in primo luogo per la lunghezza, che
doveva essere di appena tre pagine mentre io ero già a quindici.
“Federico Benedetto”, pensai, “ma in tre pagine non si riesce nemmeno ad
abbozzare l’atmosfera della storia”.
Federico chiedeva di essere “stupito” dai concorrenti, ma in tre
paginette quale stupore si potrà mai creare? Inoltre il regolamento
vietava gli argomenti religiosi ed io avevo costruito la storia attorno
alla delicatissima immagine di una suora. Dovevo cambiare tutto, e lo
feci, ma la storia, così mutilata, perdette ogni mio interesse.
Non ho vinto, ovviamente, ma sono contento ugualmente perché lo
sciagurato concorso mi ha spinto a scrivere una storia, quella
integrale, che a me piace molto, così ho deciso di inserirla in questa
collana di racconti brevi ma “Indimenticabili”.
Eccola.
In tutta sincerità devo confessare che mi vergogno un po’ perché ero lì
per pura, infantile curiosità. Non dovevo prendere un treno o aspettare
l’arrivo di qualcuno, non dovevo nemmeno bighellonare lungo i binari,
cosa che ogni tanto facevo perché mi affascinava vedere il via vai dei
treni e respirare l’odore delle traversine. Sì, a volte andavo in
stazione a fantasticare, immaginavo lunghi viaggi in paesi sperduti
mentre a bassa voce canticchiavo la canzone di Battiato, quella sui
treni per Tozeur. Era rilassante. E per una mezz’oretta la fantasia mi
portava fuori dai confini dello spazio e del tempo e mi faceva venir
voglia di vivere a un’altra velocità. Era il mio passatempo, ma quel
giorno ero lì per fini miserabili: ero lì per curiosare.
Fine del brano di valutazione