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Raccolta Regia Marina

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Sette storie di sommergibili e imprese di guerra della Regia Marina fanno ora parte di questa raccolta monografica nata tra il 2017 e il 2022.

I racconti sono piccoli saggi storici che riportano fedelmente la vita dei marinai e le loro imprese belliche. L’autore si è basato su documenti ufficiali e racconti dei protagonisti ma alcune volte ha dovuto ricostruire in modo plausibile le vicende quando mancavano documenti o informazioni dirette.

Leonardo Sciascia diceva: “Dove non arrivano gli storici arrivano gli scrittori”. Del resto la Storia è come un grande arazzo lacerato sul quale abili ricamatrici riallacciano con cura i fili spezzati.

Questi racconti si basano su fatti storici integrati da ricostruzioni plausibili laddove mancava la documentazione ufficiale. A volte è stato fatto il contrario, inserendo fatti storici in un racconto di fantasia. In ogni caso l’autore ha specificato, in una nota finale, i fatti che corrispondono a verità e quelli di fantasia.

 

Titoli dei racconti:

1.  Il Postale per Tangeri

2.  Carlo Fecia di Cossato

3. La Corazzata Roma e i miei ricordi dell’Ammiraglio Michele Scotto

4. Furore e Timore – La Resa del Sommergibile Nichelio

5.  Tre Volte Grazie

6.  L'Uomo che nacque tre volte

7.  L'impresa di Premuda

d'Abbieri Lorenzo

Lorenzo d'Abbieri

 Radiotelegrafista del sommergibile NICHELIO

 

 

 

 

Il sommergibile Nichelio affiora sul far della sera nelle acque del Tirreno. È gennaio, il freddo è intenso, il mare è mosso e il vento è teso. La luna è quasi piena e questa non è una buona cosa.

Un marinaio mette in moto il compressore di prora per il caricamento dei gruppi d’aria poi esce anche lui a fumare. Quando il sommergibile è emerso si chiudono le porte stagne e tutti si mettono in stato dall’erta al proprio posto, pronti a eseguire con rapidità le manovre che si rendono necessarie.

Si gela fuori perché siamo in pieno inverno e il vento sferza implacabile la nera sagoma del sommergibile, ma è forte la voglia di respirare aria buona e fumare una sigaretta, così gli uomini escono di corsa dal boccaporto e vanno a sedersi con le spalle al valvolone, la presa d’aria dei motori diesel.

Il loro rombo è potente perché devono ricaricare le battere, ma quei ragazzi non si curano del rumore perché essi trascorrono tutto il giorno in quel barattolo d’acciaio e quando vien la sera corrono fuori come i carcerati quando vanno a prendere l’ora d’aria. I carcerati, in verità, sono più fortunati, perché questi ragazzi oggi ci sono ma domani potrebbero essere tutti morti.

Così sopportano il freddo invernale senza lagnarsi perché un raffreddore è ben poca cosa quando si è abituati a rischiar la vita. E fumano, fumano avidamente persino il pessimo tabacco militare perché altro non c’è n’è. E quando nella sigaretta qualcuno trova un chiodo arrugginito, non ne fa una tragedia, del resto, come potrebbe rinunciare a quel piccolo piacere?

Oggi forse non siamo in grado di capirlo ma quegli uomini, quotidianamente esposti alla morte, sono privati di tutto, e già sentire il profumo del mare è una gioia; poter respirare a pieni polmoni l’aria fresca, è un privilegio. Fumare è importante per loro più che per altri, perché serve a ingannar la mente e a illudersi di fare una vita normale.

Il fumo serve anche a scacciare il disgustoso sapore della lingua in salmì e delle lenticchie in scatola, che per lo più finiscono in mare. A quel cibo l’equipaggio preferisce il latte e le durissime gallette secche fatte apposta per resistere all’umidità. Ci sono anche le “brunose”, che sono una specie di sfilatino di pane nero fatto non si sa con cosa, e come dolce ci sono i fichi secchi.

Questa è la vita del sommergibilista in guerra.

 

Fine del brano di valutazione

Formato: 10 x 14

Pagine: 362

Codice acquisto: 031

 

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