Il mio mondo

50 anni di studio e passione

Perché piangi? Io sono qui

Fosti arrestato per quel delatore
e poi nel cupo carcere condotto
eri nel sesto braccio a San Vittore
infine nel lager fosti tradotto.

Nudo. Coperto sol d'umiliazioni
tra mille e mille altri quasi già morti
sopravvivesti a quelle privazioni
ma i segni nell'anima ancor ti porti.

Partisti gagliardo nobile e bello
dal senso di giustizia eri ispirato
ti tolsero i gradi di colonnello
eri un relitto quando sei tornato.

Sappi papà che a lungo ti ho atteso
sotto le bombe nel tetro rifugio
dov'eri tu non avevo compreso
ma sempre ti cercai nel cielo bigio.

Poi un dì vidi un pover'uomo in giardino
alto magrissimo avvolto di stracci
io portavo il latte del contadino
ma non potei frenare i miei abbracci.

Papà mio bello, padre mio adorato
scusa queste mie lacrime copiose
ma questo giorno ho tanto sognato
bisognosa di parole affettuose.

Tu padre mi accarezzasti i capelli
dicendo: perché piangi? Io sono qui.

Fu quello uno dei momenti più intensi
frutto d'amore e sentimenti immensi.

 

Roma, 5 giugno 2015- Antonio d’Abbieri

perché piangi

 

<< Indietro   Avanti >>

Questa poesia, una tra le più amate,  è dedicata a Ubaldo Pesapane, un ufficiale dell'Esercito Italiano deportato in un campo di sterminio in Germania durante la guerra.
Riuscì miracolosamente a sopravvivere e tornare a casa a piedi. L'incontro con la figlia bambina è uno dei momenti più toccanti. Il padre è allo stremo delle forze ma trova comunque la forza di consolarla.

Questa poesia è stata donata alla figlia Giovanna Pesapane che ha donato al Comune di Bolzano i documenti di suo padre e la sua testimonianza, rendendo così possibile conoscere la sua storia.

Per chi volesse approfondire:

Fondo Pesapane presso il Comune di Bolzano

www.testimonianzedailager.rai.it
www.lageredeportazione.org